Se da una parte la corona completa rappresenta ad oggi il gold-standard per il restauro del dente trattato endodonticamente, specie in presenza di grave perdita di sostanza coronale, dall’altra le tecniche adesive e i materiali compositi offrono opzioni terapeutiche più conservative a livello dei tessuti dentali e parodontali e la possibilità di rinforzare la struttura dentale sana residua, già indebolita dal trattamento endodontico o ancor peggio dal ritrattamento endodontico . Il restauro diretto adesivo in composito trova indicazioni limitate, nei casi di ridotta perdita di sostanza dentale coronale, con preservazione di almeno una cresta marginale e spessore delle cuspidi residue maggiore di 2,5 mm. Nelle foto seguenti sarà possibile osservare la fase ci preparazione, cementazione sotto diga ( con isolamento totale quindi del campo operatorio) e la fase di rifinitura e di ritocco occlusale.

Endodonzia|Estetica Dentale|Protesi mobili e fisse.

                     

I restauri indiretti adesivi in composito a copertura parziale (onlay) e totale (overlay) trovano maggiori indicazioni e abbinano i vantaggi delle preparazioni parziali (mini-invasività delle procedure di preparazione, rispetto dei tessuti parodontali, semplicità d’esecuzione perché la preparazione, l’impronta e la cementazione sono sopragengivali, vantaggi ergonomici ed estetici, limitato utilizzo di perni endocanalari) a quelli del composito (il modulo di elasticità del composito molto simile a quello della dentina determina una minore fragilità del restauro e una inferiore trasmissione degli stress meccanici all’elemento restaurato; la possibilità di eseguire piccole aggiunte di materiale consente minime correzioni intraorali dopo la prova dell’intarsio, prima della cementazione definitiva, per rinforzare per esempio un’area di contatto interprossimale, o piccole riparazioni a cementazione avvenuta; in ottica protesica l’intarsio può essere utilizzato come build-up durante la preparazione del moncone; minore abrasione dei denti antagonisti; presenza di un’unica interfaccia dente-restauro; utilizzo di un unico materiale per restauro diretto, indiretto e cemento da fissaggio; semplicità dei procedimenti clinici e di laboratorio; minima attrezzatura richiesta; tempi e costi inferiori).

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Sebbene in presenza di grave perdita di sostanza coronale con coinvolgimento esteso dello smalto cervicale, la corona completa sia ancora il restauro più predicibile a lungo termine, i restauri indiretti adesivi in composito presentano innegabili vantaggi che li rendono particolarmente indicati laddove la patologia ha compromesso creste marginali e cuspidi, ma solo parzialmente lo smalto cervicale. Il successo a lungo termine del restauro conservativo è strettamente collegato alle corrette indicazioni del caso selezionato, a un rigoroso rispetto dei protocolli terapeutici (isolamento del campo con diga di gomma in primis), all’abilità dell’operatore e al mantenimento del sigillo adesivo nel tempo di cui, al momento, ci sono solo risposte a breve e medio termine.

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